OMEGNA- 27-06-2018- Tre decenni per un appuntamento ciclistico amatoriale non sono pochi… significa che per tutto questo lungo periodo il Bici Club Omegna è riuscito con il suo impegno (fra permessi, comunicazione, segnaletica, ristori, assistenza, premiazioni ecc.) a consolidare nel tempo una delle manifestazioni ciclistico-amatoriali più note del nostro territorio.
Questo anniversario, guarda il caso, va coincidere con un altro: quello del 40° di “rifondazione” del sodalizio ciclistico cusiano. “Rifondazione”, in quanto le cronache e le foto d’epoca riportano successi dei portacolori del Bici Club Omegna già negli anni Cinquanta del secolo scorso; per poi svanire a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta.
Tornando all’attualità, La Centovalli prende avvio nel lontano 1988 con diversi obbiettivi: promuovere il territorio dei laghi e monti per antonomasia, unire ciclisticamente due paesi (Italia e Svizzera) già fra loro accomunati da tanti interessi (lavoro in primis) e, non ultimo, gettare le basi per un diverso modo di viaggiare, conoscere e… gustare!
Il format ciclistico è da sempre stato quello con partenza “alla francese”, ovvero singolarmente o a piccoli gruppi, dalle ore 7,00 alle 7,30 del mattino, per non costituire intralcio alla normale circolazione veicolare lungo gli oltre 130 km che dal capoluogo cusiano si snodano passando da Gravellona Toce, Verbania, Ghiffa, Oggebbio, Cannobio, Brissago, Ascona, Locarno, la splendida Centovalli, Re, Malesco, Santa Maria Maggiore, Masera, Vogogna, Premosello Chiovenda, Ornavasso, Gravellona Toce, per riapprodare ad Omegna.
Di fatto si passa da lago (quello d’Orta) a lago (il Maggiore) per poi risalire lungo una valle davvero suggestiva, la Centovalli per l’appunto, con il suo tradizionale trenino e i numerosi rii e bacini di oro “verde-azzurro” (tale è il colore dell’acqua che qui scende copiosa verso il lago). Da questa si passa poi ad un’altra, nota come “valle dei pittori”: la Valle Vigezzo, dove, negli ultimi anni, si tiene il tradizionale ristoro presso il piazzale antistante la stazione ferroviaria della Vigezzina. Ristoro, con dolci e acqua minerale locali (oltre a tutto il resto!), a cura del vicino Albergo Miramonti, a cui si è legati da una consolidata stima e amicizia.
Dopo il ristoro si ritorna a pedalare per un breve tratto pianeggiante sino a Druogno, per poi imboccare una discesa tanto bella quanto pericolosa. Questo infatti, ciclisticamente parlando, è il tratto più critico dell’intera mediofondo, in quanto alla scorrevolezza si aggiungono una lunga galleria e un fondo stradale a tratti molto, ma molto critico. Non a caso qui si sono registrati diversi incidenti in passato e per questo gli organizzatori segnalano ogni volta questa come una “discesa pericolosa” .
Scesi a fondo valle, rimangono gli ultimi trenta chilometri o poco più con diversi “mangia e bevi”, che, se il sole picchia forte o il vento soffia contrario, possono diventare molto più duri di quello che uno può pensare.
Solo quando si è in prossimità del Circolo operaio “Franco Ferraris” della Madonna del Popolo, con il profumo di una fumante pastasciutta che prende alle narici e allo stomaco, si può dire di avercela fatta.
T-shirt, pastasciutta, ottimo vino e birra, trofei e targhe fanno da corollario a questa “storica” manifestazione ciclistica, che grazie a sponsor, soci e socie del Circolo Ferraris, amici e amiche del Miramonti, parenti dei compianti Aurelio e Annalisa Guglielminetti (alla cui memoria negli ultimi anni è dedicato il trofeo destinato alla Società con il maggior numero di partecipanti), è ormai diventata una classica del calendario ciclistico amatoriale piemontese.
Tutte le info per partecipare le potete trovare su www.bciclubomegna.it