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BELGIO - 1-4-2024 -- "Vincere questa gara significa molto per me. Vorrei ringraziare il mio allenatore, Paolo Slongo, e mio marito, Jacopo Mosca, e l'intero team Lidl-Trek per come mi hanno supportato oggi". Ringraziamenti d'obbligo per Elisa Longo Borghini, la portacolori dell'Ossola alle Fiandre, dopo 10 anni ritorna alla vittoria nella durissima corsa primaverile. Una vittoria che segna una gara costellata anche dalle avversità, ma una caduta e una foratura non hanno impedito all'ornavassese di portare a casa la gara. Terza la compagna di squadra Shirin van Anrooij, a conferma di un team molto forte. "Le ragazze sono state incredibili oggi, come sempre, così come il supporto da parte dello staff in macchina - racconta Elisa -. Ho avuto un piccolo incidente e una gomma a terra e sono caduta, e loro mi hanno supportato in un modo davvero gentile. Alla fine, finendo primo e terzo in una gara è incredibile. Questa vittoria è anche per Lizzie (Deignan ndr). È caduta sul primo tratto di ciottoli e, sfortunatamente, si è rotta un braccio, quindi speriamo di farla sorridere".

"Mi piacciono le gare dure ma non sono necessariamente una ciclista molto veloce ma in questi scenari, quando la gara è lunga e le avversarie sono stanche, ciò che viene fuori è la tua efficienza e il più fresco vince sempre. Mi sono comunque sentita bene al traguardo. Dopo gli ultimi tre chilometri, sapevo che dovevamo ancora spingere al massimo. Ma, nella mia mente, sapevo cosa dovevo fare. Mi sono detto: "ti senti bene, hai vinto!"

"Shirin è stata fantastica oggi, è tornata e ha attaccato subito - prosegue Elisa parlando della compagna di squadra giunta terza -. Continuavo a ricordarle che con 30 secondi puoi vincere il Fiandre perché eravamo compagne di stanza questa settimana, e le ho mostrato qualcosa di quando ho vinto nel 2015 e mi dissero che se esci dal Kwaremont con 30 secondi puoi vincere... e così continuavo a dirglielo. La Worx però stava dando tutto e quindi il divario diventava sempre più piccolo. Poi sul Paterberg, mi hanno detto dalla macchina di andare e fare fatica perché i numeri erano buoni".

"Alla fine eravamo in tre con Kasia (Niewiadoma, giunta seconda ndr) che sapevo era ansiosa di partire, e potevamo arrivare insieme al traguardo. Shirin mi stava aspettando e sappiamo che la nostra forza come squadra è il fatto di dirci 'Corriamo così bene come squadra e questo è qualcosa che abbiamo pianificato insieme'. Abbiamo iniziato la giornata con questa fiducia reciproca e tutti hanno fatto un lavoro incredibile. Siamo tornati al nostro pieno potenziale come squadra".

"Sono una ciclista diversa e questa è una vittoria totalmente diversa dalla mia prima vittoria qui - conclude Elisa -. Vesto la maglia tricolore, sono una donna più matura. Ero solo una ragazzina quando ho vinto nel 2015 e ora me ne rendo conto di più e sono più consapevole di quello che sto ottenendo. Ogni vittoria è speciale perché niente è scontato nel ciclismo, nemmeno nella vita".


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